L’Escherichia Coli è stato rilevano in Emilia Romagna, e questo ha portato alla chiusura di ben 28 zone di balneazione. Quando si viene infettati da questo batterio, la maggior parte dei sintomi come diarrea acquosa, nausea e dolore addominale. In rari casi, tuttavia, la malattia ha un decorso che può essere letale se avviene un’infiammazione intestinale sanguinolenta (una colite emorragica) o una sindrome emolitico-uremica.
Cos’è l’Escherichia Coli?
L’Escherichia coli (E. coli) è un batterio che si trova naturalmente nel tratto gastrointestinale. I ceppi di E. coli che colonizzano l’intestino, però, sono generalmente non patogeni, il che significa che non causano malattie.
L’Escherichia coli entero-emorragico vive invece nell’intestino di alcuni ruminanti. In alcune circostanze possono entrare in contatto con l’organismo umano e scatenano malattie diarroiche, alcune delle quali possono diventare gravi.
La ragione di ciò sono le tossine prodotte dai patogeni di questo batterio, le cosiddette tossine Shiga, innocue per i ruminanti, ma pericolose per gli uomini.
Questi batteri nell’uomo causano normalmente crampi e diarrea, ma possono comportare anche febbre e vomito; di solito la guarigione arriva entro 10 giorni.
Ci si può infettare mangiando cibi crudi contaminati, ma anche attraverso l’acqua, se questa è contaminata.
Quali sono le zone di balneazione colpite dall’Escherichia Coli?
La presenza di questo batterio nel mare, nelle acque di balneazione, in valori superiori a quelli limite, può diventare pericoloso ed ecco perché sono scattati i divieti, per proteggere cittadini e turisti.
La scoperta del batterio è stata possibile grazie al monitoraggio costante delle acque effettuato dalle autorità competenti, sotto indicazione dell’ARPA, l’Agenzia regionale per l’ambiente, in collaborazione con la Capitaneria di porto.
Il divieto di balneazione scatta quando i controlli dei livelli superano i parametri. La revoca del divieto avviene quando, a seguito di ulteriori campionamenti, i valori dei parametri si normalizzano.
Le zone di balneazione sottoposte a divieto vanno da Pinarella di Cervia a Cattolica, passando per Bellaria, Rimini, Riccione e Misano: è un vastissimo tratto che comprende 28 punti.
Ventisei punti si trovano in provincia di Rimini e a questi a si aggiungono Goro e Pinarella di Cervia.