Articolo aggiornato il 18 Gennaio 2011
È uno studio italiano a sollevare nuovi dubbi sui potenziali rischi per la salute associati al consumo di aspartame. Secondo gli studiosi dell’Istituto di Ricerca Ramazzini di Bologna, infatti, questo dolcificante, usato in molti prodotti, in particolare quelli light, ma anche in bibite, chewing gum, dolciumi e farmaci, aumenterebbe il rischio di sviluppare tumori.
I ricercatori hanno studiato gli effetti della sostanza, assunta a dosi alte, medie e basse, per tutta la vita, su un gruppo di topi, rilevando come i roditori maschi (non le femmine) che assumono aspartame vadano incontro a un incremento del rischio tumorale.
Se, infatti, nei topi cui non è stato somministrato aspartame il rischio tumorale era del 5% per le forme al fegato e del 6% per quelle polmonarie, nei roditori cui sono state somministrate alte dosi di dolcificante, è stato registrato un rischio ben superiore: del 18% per il tumore epatico e del 13% per il cancro ai polmoni.
Se lo studio italiano, pubblicato sulla rivista scientifica “American Medical Journal of Industrial Medicine” ha riscontrato rischi per i topi maschi, uno studio danese, pubblicato sulla rivista “American Journal of Nutrition” avrebbe dimostrato rischi nelle donne.
In particolare, gli studiosi danesi, analizzando i dati di oltre 59 mila donne, hanno rilevato un legate tra consumo di bevande edulcorate (con aspartame) e il parto pretermine: le donne che assumono regolarmente questo tipo di bevande dolcificate in gravidanza (lo fanno in genere per non ingrassare eccessivamente), infatti, avrebbero un 28% di probabilità in più di andare incontro a un parto prematuro. Se di queste bevande si fa anche un abuso (bevendone 4 al giorno), il rischio sale al 75%.
L’Associazione Internazionale Edulcoranti (Isa), che riunisce i produttori, chiaramente è subito intervenuta in difesa dell’aspartame, che, come altri dolcificanti, è spesso protagonista di studi che ne valutino la sicurezza. L’Isa ha accusato queste ultime ricerche di numerose inesattezza e rassicura i consumatori circa l’uso della sostanza, ritenere sicuro, sempre secondo i produttori, se fatto secondo le dosi consigliate di 40mg/per kg di peso corporeo.