Articolo aggiornato il 22 Aprile 2012
E’ una vera piaga sociale, una tragedia per chi la vive in prima persona e per i suoi affetti, la dipendenza dalla droga è una spirale terribile, dalla quale è difficilissimo uscire davvero. Il futuro, forse, grazie a un nuovo vaccino, studiato appositamente per contrastare la dipendenza dalla droga pesante peggiore, l’eroina, potrebbe essere diverso. E’ recentemente terminata la fase iniziale dei test sul vaccino, quella condotta in laboratorio sugli animali, il prossimo passo, imminente, è la sperimentazione sugli uomini, sui veri destinatari dell’innovativa soluzione vaccinale.
Conclusa con successo la prima fase delle sperimentazioni, i test sugli animali, come annunciato, sulla rivista Investigacion y Desarrollo, dagli esperti dell’Instituto Nacional de Psiquiatri’a ‘Ramon de la Fuente’ (INP), impegnati, da ben dieci anni, nelle ricerche su questo vaccino contro la dipendenza da eroina.
E’ un vaccino, ma rispetto ai suoi “colleghi”, somministrati per finalità profilattiche, a scopo preventivo, per evitare che il contagio e lo sviluppo di una malattia avvengano, questa soluzione vaccinale ha un meccanismo d’azione e obiettivi ben diversi, diametralmente opposti. Infatti, il vaccino è più una cura che una misura preventiva, un’opzione terapeutica ulteriore per coloro che hanno già provato a uscire dalla tossicodipendenza attraverso altri metodi, ma senza successo.
Una sorta di seconda “chance”, una nuova opportunità terapeutica, per aiutare i tossicodipendenti a dire addio all’eroina, non un metodo per prevenire la dipendenza. ”Pertanto, è una soluzione per coloro che hanno già una grave dipendenza dall’eroina e che sono stati sottoposti senza successo ad altri trattamenti” ha osservato la direttrice dell’Istituto, Maria Elena Medina-Mora Icaza, specialista in psicologia e Premio Nazionale della salute pubblica ‘Gerardo Varela’.
La strategia vincente del vaccino “anti-eroina”, che potrebbe arginare l’aumento dei consumatori e dei decessi, punterebbe tutto sull’annullare l’effetto dell’eroina sul cervello. Infatti, questo stupefacente agisce sulle zone cerebrali connesse ai centri del dolore, fungendo come una sorta di anestetico, in grado di eliminare la sensazione di dolore, di cancellare questa possibile sensazione negativa, catturando le molecole prima che raggiungano le aree cerebrali interessate.
I test condotti fin ora sui topi lasciano ben sperare: i risultati soddisfacenti hanno permesso di ottenere il brevetto in numerosi Paesi del continente americano, Stati Uniti compresi. L’ultima verifica, necessaria per confermare l’azione del vaccino, è la sperimentazione sugli esseri umani, che potrà essere effettuata una volta ottenuti tutti i requisiti di sicurezza necessari. Le previsioni per l’arrivo del vaccino sul mercato si aggirano intorno ai 5/10 anni.