C’è un nemico silenzioso sulle spiagge italiane che può causare anche la morte dei bagnanti, si tratta dell’idrocuzione.
L’estate è per molti la stagione più bella dell’anno perché finalmente si ha la possibilità di rilassarsi e staccare la spina dal tram tram quotidiano. È stato scientificamente provato che trascorrere le giornate in riva al mare apporta un immediato senso di benessere psicofisico. Respirare l’aria marina, osservare i colori della natura, immergere i piedi nell’acqua e camminare sulla sabbia, stimola la produzione di sostanze benefiche, inducendo a provare un immediata sensazione di tranquillità e pace interiore.
Numerosi studi hanno confermato che il mare può essere una cura palliativa per alcune patologie fisiche, come la dermatite, la ritenzione idrica o la cellulite ad esempio. Ma ha un effetto curativo anche per malattie mentali come ad esempio la depressione, l’ansia o i disturbi del sonno. La bella stagione, però, porta con sé anche qualche pericolo. Come ad esempio la possibilità di scottarsi laddove non si utilizzino le dovute precauzioni. O di venire a contatto con qualche agente patogeno in acqua, laddove questa non sia a prova di bagnante.
In realtà, sussiste un nemico silenzioso per gli amanti del mare che miete molte vittime nel mondo, ogni anno. Si tratta dell’idrocuzione: ecco cos’è.
Idrocuzione, cos’è e perchè può causare la morte
Tecnicamente l’idrocuzione è una sincope da immersione rapida, la quale può causare anche la morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento. Si tratta di un meccanismo molto breve che può portare alla perdita di coscienza e conseguente annegamento laddove, chi ne é affetto, non venga immediatamente soccorso.

Dunque rappresenta un malore improvviso che colpisce chi nuota sia in acqua di mare, del lago o nei fiumi. La causa è nella maggior parte dei casi dovuta ad una reazione meccanica dell’organismo, che si verifica allorché il corpo è troppo accaldato e l’acqua è troppo fredda.
Dunque i professionisti consigliano di immergersi in acqua soltanto dopo la fine della digestione e, al di là di questa raccomandazione, i medici ritengono che è sempre opportuno entrare in acqua lentamente, bagnando a poco a poco le diverse aree del corpo, invece di tuffarsi in modo repentino.
I vecchi consigli della nonna tornano dunque utilissimi anche ai giorni nostri, quante volte da piccoli vi hanno detto con fare categorico di non fare il bagno immediatamente dopo i pasti o, di non tuffarvi rapidamente in acqua, dopo aver trascorso molto tempo al sole? Non si tratta dunque di una questione allegata ai soli luoghi comuni, c’è del vero nelle vecchie e sagge parole degli anziani.