Nel manifestarsi dell’aggressività importante sarebbe il ruolo dei geni sul testosterone. È quanto è emerso da una ricerca condotta presso l’Università di Alberta, che fa permesso di comprendere come i comportamenti aggressivi potrebbero essere favoriti da specifici geni in grado di influire sulla sensibilità dei recettori del testosterone.
Il tutto sembra precisare quanto è stato messo in luce da una ricerca precedente, che ha rilevato come il testosterone mitiga l’aggressività nelle donne. Gli autori di questa nuova ricerca tuttavia fanno notare che i risultati a cui sono arrivati sembrano essere da un certo punto di vista non in sintonia con gli studi passati, i quali insistevano soprattutto sulle possibili correlazioni tra aggressività e maggiore sensibilità dei recettori del testosterone. Il nuovo studio ha permesso di riscontrare che i geni meno sensibili sono maggiormente correlati ai comportamenti aggressivi.
Il fenomeno si potrebbe spiegare con un vero e proprio processo biologico che tende a fare in modo che l’organismo dei soggetti con geni meno sensibili ai recettori dell’ormone produca una più consistente quantità di testosterone per una sorta di compensazione. Comunque stiano le cose, la ricerca ha consentito di saperne di più sull’aggressività, che risiede nell’emisfero sinistro del cervello.
In ogni caso lo studio ha dimostrato che l’aggressività favorita dal testosterone non comporta la messa in atto di atteggiamenti violenti o criminali. Più che di un’espressione fisica dell’aggressività, si tratta di una manifestazione verbale, che si concretizza nel parlare male di qualcuno o nell’inveire.