Articolo aggiornato il 25 Settembre 2012
L’afasia è un disturbo del linguaggio che è rappresentato dall’incapacità di formulare le parole, di comprenderle o di entrambi i casi. Il tutto si verifica anche se non c’è alcuna compromissione degli organi che consentono di ricevere o di emettere i suoni. Si può dire che nel soggetto afasico è venuta meno la capacità di tradurre il pensiero in simboli verbali e viceversa. Il linguaggio ha infatti la fondamentale funzione di trasmettere messaggi attraverso la capacità del cervello umano di decifrare il significato dei simboli, mediante l’intervento dei centri cerebrali corticali. Ad essere implicata nell’afasia è in particolare l’area di Broca, regione cerebrale deputata al linguaggio.
Afasia: cause che provocano il disturbo
Per esaminare le cause dell’afasia, dobbiamo tenere presente che il linguaggio, pur coinvolgendo alcune aree cerebrali in particolari, in realtà impegna il cervello in tutta la sua complessità. L’afasia comunque può essere provocata da lesioni in alcune regioni cerebrali specifiche. Di solito queste lesioni si trovano, per i destrimani, nell’emisfero sinistro. Nei mancini invece le lesioni possono essere o nell’emisfero sinistro o in quello destro del cervello.
Nello specifico le lesioni che provocano l’afasia possono interessare la corteccia temporo-parietale, che comprende anche il centro di Wernicke: qui vengono elaborate le sensazioni che provengono dall’udito. A seconda della regione cerebrale interessata, si distingue l’afasia di Wernicke dall’afasia di Broca.
Le lesioni possono essere provocate da eventi che interessano i circuiti vascolari cerebrali, come ischemie ed emorragie, dalle atrofie corticali, dai traumi cranici che causano lesioni del parenchima cerebrale e dai tumori.
Afasia: sintomi da tenere in considerazione
I sintomi dell’afasia cambiano in base alla gravità del disturbo. In alcuni casi si può assistere alla manifestazione di parole storpiate o anche inventate. In altri casi le parole vengono pronunciate ed elaborate con difficoltà. Ci sono poi quei soggetti che non riescono a unire insieme più parole.
L’afasia deve essere distinta dalla disartria: in quest’ultimo disturbo i pazienti presentano delle difficoltà che riguardano soltanto l’articolazione delle parole.
In genere viene colpita di meno la comprensione del linguaggio rispetto all’espressione, anche se il soggetto afasico non riesce ad eseguire ordini complessi, che chiamano in causa più azioni. Nei casi più gravi il paziente è capace di emettere solo suoni inarticolati o qualche sillaba o parola che viene ripetuta.
Nell’afasia transcorticale motoria non è compromessa la ripetizione e la comprensione del linguaggio, l’eloquio spontaneo è invece compromesso in maniera forte. L’afasia di conduzione si caratterizza per la compromissione elettiva della ripetizione, per un grado discreto della comprensione e per un eloquio costellato da parafrasie.
Afasia: terapia a cui fare ricorso
Di solito i pazienti afasici vengono ricoverati in ospedale, soprattutto per curare le causa dell’afasia, come nel caso dell’afasia provocata da ictus. In ogni caso, dopo la dimissione dall’ospedale, occorre fare affidamento, per la terapia dell’afasia, a percorsi di logopedia e alla riabilitazione per l’afasia. Si tratta essenzialmente di una riabilitazione della comunicazione, che risulta più complicata per i casi più gravi.
Per i pazienti affetti da forme non fluenti di afasia può essere necessario ricorrere ad una riabilitazione comunicativa tramite immagini e figure. In altri casi, specialmente quando l’afasia è una conseguenza dell’ictus, possono essere utili terapie di tipo linguistico-cognitive e pragmatico-comunicative.