Cos’è l’adenoma tiroideo, quali sono i sintomi e la terapia? La tiroide è una ghiandola endocrina posta nel collo che produce degli ormoni, detti ormoni tiroidei, che entrano nel circolo sanguigno e hanno la funzione di regolare il metabolismo. Il tumore della tiroide è provocato dalla crescita anomala di un gruppo di sue cellule e può essere sia benigno sia maligno. Un adenoma è un cancro che proviene dal tessuto ghiandolare generalmente benigno (o non cancerogeno), ma potenzialmente in grado di trasformarsi in adenocarcinoma maligno (o cancerogeno). Esso può interessare anche le paratiroidi, quattro ghiandole che si trovano dietro la tiroide. In questo caso si parla di adenoma paratiroideo.
Sintomi e diagnosi
Il sintomo più comune del tumore della tiroide è la presenza di uno (o più) noduli all’interno della ghiandola. Si stima che meno del 5% dei noduli tiroidei nasconda effettivamente un tumore. Generalmente il paziente non accusa alcun sintomo e scopre casualmente la presenza del nodulo notando una tumefazione del collo o durante accertamenti medici. Se il nodulo è iperfunzionante (ovvero secerne elevate quantità di ormoni tiroidei) il paziente avverte i sintomi classici dell’ipertiroidismo: nervosismo, tremori, perdita di peso, aumento dell’appetito, tachicardia etc.
Una volta individuato un nodulo, il medico valuterà gli esami da effettuare per formulare una diagnosi corretta. La scintigrafia tiroidea è un esame specifico per valutare il corretto funzionamento della tiroide ed è eseguito grazie alla somministrazione di iodio radioattivo. L’ecografia, permette di identificare i rapporti del nodulo con la ghiandola tiroidea, i tessuti circostanti e le loro caratteristiche. Una risonanza o l’eco-color doppler/power doppler permette di valutare se il nodulo è vascolarizzato o meno. L’ago aspirato, infine, consente una diagnosi certa e precisa della natura del nodulo tiroideo, fatta eccezione per i noduli appartenenti alla categoria TIR 3 (in passato descritta come proliferazione follicolare o lesione follicolare) per i quali non è indicato.
Terapia
Per la cura del tumore della tiroide, si ricorre generalmente alla chirurgia: a seconda della gravità e del contesto specifico, il medico deciderà se asportare tutta la ghiandola o solo il tratto tiroideo coinvolto (con un intervento conservativo di lobectomia e istmectomia). Dopo l’intervento di tiroidectomia totale vengono somministrati generalmente gli ormoni tiroidei in sostituzione di quelli che la ghiandola non può più produrre. Inoltre, nei carcinomi papillari e follicolari più a rischio di metastasi, il paziente viene trattato con iodio radioattivo, a completamento delle procedure terapeutiche. La chemioterapia è limitata alle neoplasie avanzate ed aggressive ed a quelle che hanno già dato metastasi a distanza. Le terapie con farmaci biologici sono riservate a forme particolari come il tumore midollare della tiroide, che colpisce ogni anno circa 200 italiani.