L’acqua ossigenata è un antisettico topico comunemente usato nella guarigione delle ferite, uccidendo gli agenti patogeni.
Ricordi quando da bambino ti sbucciavi il ginocchio e, come un orologio, qualche adulto responsabile andava a prendere quella bottiglia di acqua ossigenata? Applicato con un batuffolo di cotone o un fazzoletto, questo liquido trasparente aveva lo scopo di pulire la ferita e prevenire l’infezione prima che potesse essere coperta con un cerotto.
È in grado di uccidere gli agenti patogeni e i batteri attraverso l’esplosione dell’ossidazione e la produzione di ossigeno. I suoi usi si estendono anche a scopi industriali in concentrazioni più elevate nella candeggina tessile, nella gommapiuma e nei carburanti per missili.
La ricerca mostra che è necessario un livello adeguato per la normale guarigione delle ferite eliminando la contaminazione microbica e l’omeostasi. Quali sono, però, i suoi effetti collaterali e i suoi rischi? In pochissimi li immaginano!
Rischi ed effetti collaterali dell’acqua ossigenata
Utilizzato anche come agente ossidante e come detergente naturale, l’acqua ossigenata è sicura da usare sulla palle, ma ovviamente deve rispettare dovute accortezze. Ci sono alcuni pericoli di cui essere consapevoli prima di usarla. Innanzitutto è considerato non infiammabile, ma può provocare una combustione spontanea quando entra in contatto con materiale organico.

Gli effetti collaterali includono anche la sua capacità di danneggiare gli occhi e la pelle, se applicato su superfici più ampie. Sebbene venga comunemente applicata su tagli e graffi per le sue proprietà antisettiche, uccide anche le cellule sane nell’area interessata e può causare arrossamento, bruciore o irritazione sull’area di applicazione.
Se ingerite, alte concentrazioni di acqua ossigenata possono essere velenose. Secondo uno studio del 2013 pubblicato su Annals of Emergency Medicine, 294 persone sono state avvelenate bevendo acqua ossigenata in un periodo di studio di 10 anni (dal 2001 al 2011). Quarantuno degli avvelenati hanno dimostrato segni di eventi embolici, come convulsioni, stato mentale alterato, difficoltà respiratoria, embolia polmonare e ictus. Per molti di questi pazienti l’ossigenoterapia iperbarica si è rivelata utile.
Venti dei 294 pazienti registrati dal National Poison Data System sono morti per aver ingerito elevate quantità di acqua ossigenata o hanno mostrato una disabilità continua. Le concentrazioni consumate dai pazienti avvelenati erano superiori a quelle trovate nelle bottiglie vendute nelle farmacie, che di solito contengono perossido di idrogeno al 3%. Gli avvelenamenti sembrano verificarsi dopo il consumo di soluzioni di acqua ossigenata superiori al 10%, che vengono generalmente commercializzate per scopi commerciali o industriali.