L’acido malico – conosciuto anche come acido di mela o acido fruttico – è un acido organico alfa-idrossilato contenuto in alcuni alimenti e utilizzato anche come additivo alimentare e acidificante nell’industria alimentare: in quest’ultimo caso, è identificato come E296. A cosa serve l’acido malico? Questo offre determinati vantaggi dal punto di vista salutare, come l’aumento della resistenza fisica negli sportivi, il supporto all’organismo nel rilascio dell’energia che proviene dal cibo e l’alleviamento dei sintomi legati alla fibromialgia cronica. Scopriamo dove si trova l’acido malico negli alimenti, le sue proprietà ed eventuali controindicazioni ed effetti collaterali.
Cos’è l’acido malico
L’acido malico, acido di mela o acido fruttico deve il suo nome al fatto che si trova nelle mele – in particolare nella buccia – e in altri frutti. È un acidificante, la cui presenza dà un sapore forte e piccante al cibo. Questo acido naturale – cosiddetto “alfa-idrossilato” – è utilizzato anche per dare un sapore aspro a caramelle e altri alimenti preconfezionati: il suo scopo è quello di aumentare l’acidità dei cibi – fornendo più gusto – ma anche aromatizzare e stabilizzare il colore. È identificabile con la sigla E296.
L’acido malico è presente naturalmente anche in numerose specie vegetali e animali, incluso l’essere umano: interviene, infatti, nei processi di conversione di proteine, carboidrati e grassi in energia e acqua.
A cosa serve l’acido malico? Oltre al valore che ha come aromatizzante, grazie alle sue proprietà, l’acido malico apporta notevoli benefici per la salute:
- fornisce energia al corpo;
- aiuta a diminuire il dolore in caso di fibromialgia, malattia reumatica degenerativa;
- rappresenta un supplemento per migliorare l’igiene orale;
- riduce la stanchezza e la fatica;
- aumenta la resistenza durante l’attività fisica.
Proprio per questa ragione, viene utilizzato molto spesso come integratore alimentare.
L’acido malico nella frutta

L’acido malico è presente, più o meno, in tutti i frutti, in quantità che possono variare. Vediamo in quali alimenti è possibile trovare l’acido malico:
- Mele;
- Angurie;
- Banane;
- Pesche;
- Uva;
- Manghi;
- Pere;
- Lamponi;
- Albicocche;
- Prugne;
- Ribes;
- Ananas;
- Limoni;
- Ciliegie;
- Fichi d’India;
- Kiwi;
- Fragole;
- More.
Ad avere maggiori concentrazioni di acido malico sono le mele: questa molecola è presente al 95% e conferisce il sapore aspro della buccia. Ci sono, poi, le angurie con il 90%, le banane con il 70%, le pesche con il 60% e l’uva con il 40%. Seguono gli altri frutti con percentuali inferiori.
L’acido malico nella verdura

Come la frutta, anche la verdura è un alimento ricco di acido malico. Questo acidificante si può trovare in:
L’acido malico è presente in quantità variabile e, spesso, nella buccia di questi alimenti.
L’acido malico nei dolci

L’acido malico è contenuto anche in prodotti preconfezionati. Ecco una lista che include gli alimenti, in cui questo acido può essere presente:
- Caramelle dure;
- Caramelle morbide;
- Caramelle gommose;
- Caramelle senza zucchero;
- Chewing gum;
- Marmellate;
- Gelatine;
- Torte;
- Muffin;
- Ghiaccioli;
- Creme di frutta spalmabili;
- Prodotti da forno, in generale.
La sua presenza prolunga e migliora il sapore di prodotti.
L’acido malico nelle bevande

L’acido malico può essere, poi, individuato in alcune bevande – sia zuccherate che ipocaloriche – dove viene utilizzato come conservante naturale. Ecco una lista:
- Tè freddo;
- Bevande a base di frutta;
- Latte di soia;
- Succhi di frutta;
- Vino;
- Alcuni alcolici.
Controindicazioni ed effetti collaterali
L’acido malico non presenta particolari controindicazioni ed effetti collaterali: la Commissione Europea Scientifica per l’Alimentazione (Scientific Committee on Food) non ha, infatti, segnalato alcun limite per il quantitativo da ingerire e ciò per via della facilità di metabolizzazione dell’acido malico da parte dell’organismo.
Infine, l’acido malico fa male a bambini e neonati? In questo caso, è opportuno non esagerare con le dosi dei cibi che lo contengono, perché i più piccoli non hanno ancora del tutto sviluppato gli enzimi necessari per assimilare questa molecola correttamente.